Tassi mutui 2024: quale mutuo conviene oggi?
Giù il tasso fisso, sale il variabile. Ecco cosa succederà nei prossimi mesi: le previsioni
Dopo l’ennesimo rialzo dei tassi da parte della Bce, ci si chiede se scegliere un mutuo a tasso fisso oppure variabile. Questo perché le percentuali attuali sono molto vicine. Una notizia interessante per chi è alla ricerca del mutuo. Infatti, sottolineano gli analisti, se gli indici continueranno a crescere con i trend attuali e il mutuo a tasso variabile assorbirà questo ulteriore aumento di 50 punti base, è possibile che nel corso del 2023 i mutui a tasso fisso siano addirittura meno costosi dei variabili. Vediamo cosa sta succedendo e cosa dicono le previsioni sui mutui per quest’anno.
Mutuo: tasso variabile in aumento
Gli aumenti del costo del denaro stanno facendo crescere l’Euribor a 3 mesi e con l’ennesimo rialzo dei tassi da parte della Bce assisteremo ad un aumento del costo dei mutui a tassi variabile. Un’analisi di Mutuionline evidenzia come nei primi quindici giorni di dicembre la differenza tra il costo medio dei mutui fissi (3,35%) e variabili (2,90%) si riduce molto rispetto ai 150 punti base di settembre.
Il 14 dicembre, il tasso interbancario di riferimento europeo da cui dipendono i costi dei mutui variabili, l’Euribor ha toccato il 2,08% superando l’Eurirs a 30 anni, il tasso di riferimento per i mutui fissi, fermo all’1,99%. Questa situazione, sottolineano gli analisti, non si presentava dal 2008. Ma cosa significa che l’Euribor sta crescendo?
Molto semplicemente che, per chi sta cercando un mutuo, il costo dei mutui a tasso variabile continuerà a salire, mentre quello dei mutui a tasso fisso sta già calando da un mese. Ad esempio, lo scorso luglio, un mutuo da 160 mila euro a 20 anni, per un immobile di 200 mila euro, aveva un TAN agevolato pari allo 0,70%, con rata mensile di 715 euro. Oggi, invece, il miglior mutuo giovani ha Tan 1,15% e rata 747 euro, pari ad un aumento mensile del 5% e a 7.700 euro in più in 20 anni. Dunque, si spenderebbe il 20% in più rispetto a luglio.
Scende il tasso fisso: conviene di più?
Paragonando i due tassi, emerge che le offerte di mutui a tasso fisso e quelli variabili hanno poca differenza. Se prendiamo ad esempio un’offerta di mutuo under 36 con tipologia fissa e rata a 870 euro al mese, scopriamo che il tasso fisso costa solo il 2% in più rispetto al variabile.
Qualora, spiegano gli esperti, la Bce trasferisse l’aumento appena stabilito sui tassi dei mutui variabili, comporterebbe loro un ulteriore aumento dello 0,5%, rendendoli di fatto paragonabili ai tassi fissi. Se davvero accadesse, ovvero se gli indici crescessero e l’Euribor assorbisse 50 punti base, è possibile che a gennaio i mutui a tasso fisso siano addirittura meno costosi dei variabili.
Non a caso, sul finire dell’anno vecchio c’è stato un vero e proprio boom di richiesta per mutui a tasso fisso; riflesso dell’andamento dell’euribor, che oggi come oggi determina mutui variabili dalla rata molto vicina a quella del fisso, con uno scarto di qualche decina di euro in alcuni casi.
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Quale mutuo conviene fare oggi?
Se le previsioni si avverassero, non avrebbe senso per un nuovo sottoscrittore scegliere il mutuo a tasso variabile o variabile con cap, che è addirittura più costoso.
A chi ricerca un mutuo converrà scegliere il tasso fisso e valutare la surroga quando scenderanno nuovamente i tassi. A novembre, dicono le stime, sono comunque ancora il 42% i consumatori che puntano sul variabile o sul variabile con cap, in leggero calo rispetto al mese precedente in cui erano quasi il 49%, ma in netto aumento rispetto ai primi mesi dell’anno.
Come spiega spiega Fabio Femiani, responsabile mutui di Idealista: “Sebbene, in questo momento, molti istituti siano restii ad offrire condizioni aggressive sui prestiti a tasso fisso, questa tipologia di mutuo continua ad essere quella più frequentemente richiesta dalla clientela. Dall’inizio del movimento al rialzo dei tassi a partire dallo scorso luglio, inoltre formule ibride come quelle dei mutui a tasso misto, mutui variabili con rata fissa oppure con cap, sono per così dire ‘rinati’ e vengono preferiti da molte famiglie per ottenere finanziamenti a prezzi più bassi e più stabili per un primo periodo di anni (nel caso del tasso misto), oppure per proteggersi dall’attuale incertezza (nel caso dei finanziamenti a rata costante e durata variabile)”.
Secondo l’analisi dell’esperta, è evidente che i mutui a tasso variabile sono cresciuti molto (in media del 43%). Tradotto: chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga 715 euro (215 euro in più). D’altro canto abbiamo i fissi che sono arrivati ad un tasso del 4%. Così, ad esempio, un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro della durata di 25 anni con tasso al 3,9% prevede un rimborso mensile di 1.056 euro.
È difficile dare una soluzione certa sui mutui; quello che è chiaro, però, considerando i rialzi Bce è che un mutuatario con rata variabile insostenibile potrebbe necessitare di un passaggio al fisso – sfruttando il decreto sulla rinegoziazione – così da bloccare la rata e poi, più avanti, valutare una rinegoziazione o una surroga.
Ricordiamo che per chi è in seria difficoltà coi pagamenti che può richiedere la sospensione del mutuo, a cui consigliamo caldamente la lettura della nostra guida.
Infine, sottolineiamo che il modo migliore per salvaguarda la propria situazione finanziaria è quella di monitorare il mercato dei mutui e, qualora lo si volesse, chiedere consiglio ad un esperto. Invitiamo tutti i nostri lettori a scaricare un preventivo gratuito per un mutuo col miglior tasso di oggi e riflettere se conviene rinegoziare, surrogare o sospendere il proprio mutuo. Solo dal confronto dei tassi si può avere chiaro il quadro attuale del mercato e quale direzione prendere. In più, chi lo volesse, può affidarsi al team esperto pronto ad offrire assistenza.
Non perdere altro tempo: scopri tu stesso qual è il mutuo da scegliere oggi e qual è il miglior tasso di interesse.
Mutui 2024: previsioni e consigli
Il modo migliore per capirlo è effettuare simulazioni online calcolate. Ad ogni modo, l’impatto dell’aumento dei tassi d’interesse sarà differente per ciascun mutuatario e dipenderà dall’importo residuo e dalle rate mancanti. Il consiglio degli esperti per chi ha un mutuo variabile è di stabilire la soglia massima sulla rata, oltre la quale potrebbe diventare insostenibile e rivolgersi al proprio istituto di credito o ad un consulente del credito per conoscere cosa fare. Oppure valutare una surroga del tasso fisso, tenendo monitorato questo calo.
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