Mutui e aumento tassi Bce oggi 2024: tassi, quando e storico
Guida ai tassi Bce e all’aumento: cosa significa, quando il rialzo e la discesa, scenari e prospettive
Chi ha avuto modo di controllare mutui e prestiti negli ultimi mesi si è potuto rendere conto di come siano aumentate le rate simulate. L’aumento dei tassi di interesse, assieme a quello dei prezzi, è stato un argomento presente nei media negli ultimi tempi. Se quella dei prezzi è una corsa che possiamo notare facendo la spesa, la dinamica dei tassi di interesse può risultare più complessa da comprendere. E la preoccupazione aumenta con l’aumento dei tassi Bce che si fa sentire sui mutui. Proviamo insieme ad affrontare questo approfondimento.
Aumento tassi Bce: cosa significa?
Immaginatevi la BCE come un direttore d’orchestra e le principali banche commerciali dell’area euro come i musicisti. Il direttore decide il ritmo della musica che verrà suonata; i musicisti si adattano, ognuno suonando in accordo al ritmo e alle competenze che possiede. Quando la Banca Centrale Europea decide di aumentare i tassi di interesse, le banche commerciali adattano prestiti e mutui che erogano, alzando a loro volta i tassi di interesse su cui questi sono calcolati. In questo modo, un unico attore – la BCE – è in grado di determinare il costo del credito.
L’importanza che la Banca Centrale Europea riveste sta tutta qui: un aumento dei tassi di interesse, o una sua diminuzione, determina quanto costerà prendere a prestito denaro per consumatori, imprese, enti pubblici e associazioni. Per capire più nel dettaglio come funziona il meccanismo dell’aumento tassi Bce, dobbiamo conoscere i due soggetti coinvolti, la Banca centrale e le banche commerciali, e i tassi di interesse a cui fanno riferimento.
I tassi delle banche centrali: come funzionano mutui e prestiti
Cominciamo dalla fine. Quando vi recate in banca a chiedere un mutuo o un prestito vi vengono offerte diverse opzioni: finanziamenti a tasso fisso, con una rata costante per tutta la durata del mutuo o del prestito, o una più o meno ampia varietà di finanziamenti a tasso variabile, che possono modificare l’importo o il numero delle rate totali. Ciascuna di queste due opzioni ideali segue dei tassi di riferimento determinati sul mercato. In altre parole, l’istituto di credito non decide completamente in autonomia le condizioni da applicare al finanziamento. La struttura di un tasso di interesse per un mutuo o un prestito ha questa forma:
Tasso di interesse = Tasso di Riferimento + Spread applicato dall’Istituto di credito
Bene, lo spread non è altro che la commissione che ciascuna banca decide di applicare. Tra le tante comparazioni che si possono fare per valutare la convenienza di un mutuo, è consigliabile valutare quanto sia il valore dello spread di ciascuna offerta.
I tasso di riferimento invece non è sempre lo stesso, ma cambia a seconda che il finanziamento sia a tasso fisso o variabile. Per i mutui a tasso fisso, il tasso di riferimento è il tasso interbancario di riferimento, anche detto Eurirs o Irs (Interest Rate Swap). Questo è il tasso al quale le banche si scambiano i fondi per coprirsi dal rischio di interesse. Diversi tassi Eurirs sono alla base del calcolo per mutui a tasso fisso con scadenze che vanno dai 10 ai 30 anni. La formula generica per i mutui a tasso fisso diventa:
Tasso di interesse (Fisso) = Eurirs + Spread
Ad esempio, per un mutuo ventennale a tasso fisso, stipulato quando l’Eurirs si attestava sul 3,20 percento e lo spread applicato era del 1,30 percento potrebbe considerare un tasso fisso complessivo del 4,50 percento.
Qualora invece le rate del mutuo siano calcolate secondo i tassi variabili, questi possono essere calcolati seguendo il tasso Euribor, il tasso a cui le banche principali dell’eurozona si scambiano i depositi in euro, o al Tasso di rifinanziamento BCE¸il tasso a cui la BCE concede i prestiti alle banche dell’area euro. Vediamo in dettaglio la differenza tra questi due tassi. La formula per il tasso variabile applicato a un mutuo è così formulata:
Tasso di interesse (Variabile) = Euribor o Tasso BCE + Spread
L’Euribor, o Euro Inter Bank Offered Rate, è il tasso di interesse medio che le banche usano per prestarsi denaro a vicenda. Anche per l’Euribor vi sono diversi tassi in funzione delle diverse scadenze, che variano da uno a dodici mesi. Di norma, le rate dei mutui sono calcolate sull’Euribor a tre o sei mesi.
Il tasso di rifinanziamento principale BCE, anche detto Tasso MRO (Main Refinancing Operation), è il tasso variabile a cui la BCE decide di concedere i prestiti alle banche commerciali dell’area euro. Esso è determinato da un unico soggetto, ed è quindi meno variabile rispetto all’Euribor, che è una media tra tutte le condizioni di finanziamento che le banche commerciali applicano tra di loro.
Un mutuo ventennale a tasso variabile può ad esempio essere così calcolato: Euribor a tre mesi + Spread, 3,90 percento + 1,80 percento, per un tasso variabile totale di 5,70 percento; oppure, tasso di rifinanziamento principale BCE + Spread, 4,50 percento + 1,45 percento, per un tasso variabile totale di 5,95 percento. Oltre a questi due casi, alcuni istituti di credito possono calcolare il tasso di riferimento come una media ponderata tra l’Euribor e il tasso di riferimento principale BCE.
Tassi BCE, la Banca Centrale Europea
Passiamo al “direttore d’orchestra”. La Banca Centrale Europea si occupa di mantenere la stabilità dei prezzi nell’area euro e degli attori finanziari come le banche commerciali. Per questo compito è dotata diversi strumenti, tra cui i principali sono i seguenti tassi:
- Tasso di rifinanziamento principale (Tasso MRO)
- Tasso di rifinanziamento marginale (overnight)
- Tasso deposito overnight presso la banca centrale.
Il Tasso di rifinanziamento principale, di cui abbiamo già parlato, è il tasso di interesse corrisposto dalle banche quando assumono prestiti dalla BCE per la durata di una settimana. Questi prestiti servono alle banche commerciali per mantenere un livello di liquidità adeguato. Allo stesso modo, il Tasso di rifinanziamento marginale è il tasso di interesse richiesto alle banche commerciali per prestiti della durata di una notte, mentre il Tasso di deposito overnight è il costo per depositare somme per una notte.
Questi tre tassi sono il costo che la BCE impone alle banche commerciali per erogare il credito. aumentando questo costo, le banche commerciali sono spinte a loro volta ad aumentare il costo applicato ai loro clienti.
Che effetto ha avuto questo aumento del tasso di riferimento della BCE sui mutui?
Distinguiamo quattro casi:
- Mutui a tasso fisso stipulati prima dell’aumento dei tassi di riferimento BCE
- Mutui a tasso variabile stipulati prima dell’aumento dei tassi di riferimento BCE
- Mutui a tasso fisso stipulati dopo l’aumento dei tassi di riferimento BCE
- Mutui a tasso variabile stipulati dopo l’aumento dei tassi di riferimento BCE
Gli effetti sui mutui dell’aumento tassi BCE
Mutui e tassi Bce, che relazione c’è? Proviamo a tradurre in numeri quello che abbiamo appena visto. Consideriamo i dati ufficiali della BCE sui tre tassi sopra citati: concentriamoci sul valore dei tassi di rifinanziamento principale (Tasso Main Refinancing Operations, MRO), che possiamo trovare qui.
Dopo quasi un decennio, i prezzi al consumo nell’area euro sono tornati a superare la soglia del 2 percento nel maggio 2021, quando l’ultima fase della pandemia stava lasciando spazio alle normali condizioni economiche e lavorative. Da maggio 2021 a ottobre 2022, l’inflazione al consumo ha raggiunto il picco di 10,6 percento, un valore mai raggiunto da quando esiste la moneta unica.
Tassi di inflazione così alti sono molto dannosi, perché erodono il potere d’acquisto dei consumatori e, se non tutelati, anche i risparmi. Così scatta l’allarme mutui Tassi Bce. Ad ogni modo, la situazione era ancora più grave, se si considerano solo i prezzi di alimentari e bevande, per i quali l’inflazione ha raggiunto il 17,3 percento. Si noti che questi sono valori medi per tutta l’eurozona e non colgono le differenze tra i vari Paesi.
Osservando la tabella dei tassi BCE di riferimento si può comprendere la risposta di Francoforte: dopo oltre un decennio durante il quale il tasso di riferimento è stato inferiore all’1 percento, la BCE ha alzato il suo valore a 1,25 percento, nell’ottobre 2022. A questo, hanno fatto seguito sette diversi aumenti fino a fine settembre 2023, quando il tasso di riferimento BCE è arrivato al 4,50 percento: da quando circola nelle nostre tasche, prendere in prestito euro non è mai costato così tanto.
Mutui a tasso fisso stipulati prima dell’aumento tassi BCE
Un mutuo a tasso fisso stipulato a luglio 2021, prima dell’aumento dell’inflazione e della risposta della BCE non ha risentito di alcun effetto nell’aumento dei tassi di interesse. Le sue condizioni contrattuali sono cristallizzate al momento della stipula. Al primo luglio 2021, l’Eurirs aveva valori compresi tra lo 0,11 percento, per l’Eurirs a 10 anni, e lo 0,51 percento, per l’Eurirs a 30 anni. Un mutuo trentennale, che avesse uno spread dell’1,50 percento, avrebbe avuto un tasso fisso di circa il 2 percento. Lo stesso tasso sarebbe ancora quello di riferimento oggi e fino alla scadenza del mutuo. Per loro, nessun effetto dati dall’aumento dei tassi di rifinanziamento della BCE.
Mutui a tasso variabile stipulati prima dell’aumento tassi BCE
Per un mutuo a tasso variabile stipulato al primo luglio 2021 la situazione inizia ad essere diversa. Vero che è stato stipulato prima dell’aumento tassi Bce, ma il tasso applicato al mutuo segue l’andamento dell’Euribor a tre o sei mesi, o quello del tasso di rifinanziamento BCE, maggiorati di uno spread. Ipotizzato un l’Euribor a sei mesi, questo sarebbe passato da un -0,48 percento agli attuali 4,21 percento, maggiorati di uno spread che per semplicità ipotizziamo sempre del 1,50 percento. Si noti che, presumibilmente, il foglio informativo dell’istituto di credito avrebbe specificato che, in caso di tasso di interesse negativo, questo lo si sarebbe considerato pari a zero. Discorso simile per i mutui calcolati sul tasso di rifinanziamento BCE, passato dallo zero al 4,50 percento: sommando lo spread dell’1,50 passiamo dall’1,50 percento del luglio 2021 al 6 percento attuale: un aumento del 4,5 percento della rata. Per fare un discorso completo sull’aumento della rata del mutuo, bisognerebbe considerare se questo aumento colpisce anche le spese accessorie, per ragionare sulla variazione del TAEG, il tasso annuo effettivo globale.
Mutui a tasso fisso stipulati dopo l’aumento tassi BCE
I mutui a tasso fisso stipulati oggi fanno riferimento al tasso Eurirs a trent’anni più aggiornato, che si aggira sul 3,20 percento. Anche qui, per un calcolo esaustivo, sarebbe necessario considerare la variazione dello spread e dei costi accessori, per tradurre questi aumenti in termini di maggior rata mensile o annuale.
Mutui a tasso variabile stipulati dopo l’aumento tassi BCE
Un mutuo a tasso variabile stipulato oggi dovrebbe costare di più di uno stipulato nel luglio 2021. L’aumento del costo potrebbe essere spiegato con maggiori costi, uno spread maggiore o una modifica nel metodo di calcolo del tasso variabile. Quello che invece risulterebbe di per sé ininfluente è il tasso Euribor o di rifinanziamento BCE: un precedente mutuo a tasso variabile vedrebbe questi due tassi di riferimento adattarsi alle condizioni attuali del mercato. Anche qui, per un calcolo completo bisognerebbe considerare tutti i costi connessi, per ottenere il TAEG dell’operazione.
Perché la Bce alza i tassi d’interesse
In accordo con l’articolo 127 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, l’obiettivo principale del Sistema Europeo di banche centrali è quello di mantenere i prezzi stabili. Per la Banca Centrale Europea, mantenere l’inflazione entro un intervallo accettabile – di norma attorno al 2 percento -, è la priorità da seguire, attraverso le azioni di politica monetaria. Una volta che questo obiettivo sia raggiunto, la BCE può supportare la crescita economica degli Stati dell’Unione monetaria e il perseguimento della piena occupazione.
Aumentando i tassi di riferimento che abbiamo elencato sopra, la BCE rende più costoso reperire risorse monetarie alle banche commerciali. Queste saranno costrette ad aumentare il prezzo a cui a loro volta concedono mutui e i prestiti. Secondo le impostazioni dell’economia mainstream, l’aumento dei tassi di interesse si propaga dal sistema finanziario all’economia reale: per i consumatori diventa più costoso richiedere prestiti o mutui per finanziare l’acquisto di immobili o beni durevoli; per le imprese, finanziare i propri investimenti diviene più caro. Il risultato produce un rallentamento dell’economia: alcuni acquisti finanziati non vengono effettuati, perché risulterebbero troppo onerosi per il bilancio familiare; alcuni investimenti vengono posticipati o cancellati, perché il loro profitto potrebbe non essere più garantito.
Meno auto acquistate, meno vacanze godute, meno case comprate, meno capannoni affittati: tutto questo contribuisce a far scendere il loro prezzo. Alzando il costo del finanziamento, la BCE contribuisce a far ridurre i prezzi.
Tassi di interesse Bce oggi: quali sono?
Che valore hanno i tassi d’interesse oggi? La BCE presenta questi dati in diversi formati. In questa tabella sono presenti in ordine: i valori del Tasso di Deposito Overnight (colonna: Deposit Facility), i valori del Tasso di Rifinanziamento Principale (colonne Main Refinancing Operations) e i valori del Tasso Marginale di Finanziamento Overnight (colonna Marginal Lending Facility). Si noti che, per il Tasso di Rifinanziamento Principale sono fornite due colonne, perché negli anni il metodo di allocazione delle aste è cambiato: attualmente, le banche commerciali partecipano a un’asta in cui comunicano solo la quantità di fondi che servono loro per finanziarsi.
Per avere una comprensione più immediata dell’andamento di questi tre tipi di tassi di interesse, la BCE pubblica un grafico del loro andamento negli anni. A colpo d’occhio si può notare come questi tre tassi abbiano un comportamento simile: ogni volta che uno sale o scende, anche gli altri salgono o scendono. Inoltre, escluso il calo nel 2008 e il recente aumento, i tre tassi hanno sempre mantenuto ben distinto il loro ordine.
I dati più recenti, dell’ultimo aumento del 20 settembre 2023 riportano il valore del Tasso deposito overnight pari al 4,00 percento; quello del Tasso di rifinanziamento principale (Tasso MRO), del 4,50 percento; e quello del Tasso di rifinanziamento marginale, del 4,75 percento.
Cosa sono i tassi di cambio BCE
Adesso concentriamoci sui tassi di cambio BCE e quale relazione hanno con i tassi di interesse. Vi è infatti una relazione matematica tra i tassi di interesse e i tassi di cambio BCE: in base a come cambiano i tassi di interesse corrisposti nelle aree valutarie, cambia il tasso di cambio tra due valute. Ma andiamo per gradi, iniziando col dire che un tasso di cambio è il “tasso al quale è possibile scambiare una moneta con un’altra”. In altre parole, indica quanti unità di una valuta possono essere scambiate con un’unità della valuta di riferimento. Solitamente, il tasso di cambio BCE è espresso come un rapporto tra le due valute ed è utilizzato nel commercio internazionale e nelle transazioni finanziarie per determinare il valore di una valuta rispetto a un’altra.
I tassi di cambio impostati dalla BCE non hanno effetto solo sull’economia nazionale. L’aumento del tasso di interesse coinvolge mutui e prestiti, ma anche i titoli del debito degli Stati dell’eurozona, anche se il meccanismo di trasmissione in questi casi è leggermente diverso. Il punto è che, una volta stabilito l’aumento da parte della BCE, tutti i tassi di interesse si adattano.
In un mondo globale, l’economia di un’area valutaria è connessa alle altre tramite il commercio internazionale e il trasferimento dei capitali. Questi tenderanno a spostarsi dove troveranno una maggiore remunerazione. Può accadere allora che, a fronte di un aumento del tasso di interesse corrisposto dai BTP, i buoni poliennali italiani, o dal Bund tedesco o dai Bonos spagnoli, investitori dagli Stati Uniti o dal Giappone, decidano di effettuare un investimento. Per effettuare questo investimento, essi dovranno scambiare la propria valuta – il dollaro o lo yen – con gli euro, per poterli utilizzare per comprare i titoli di Stato. Un acquisto di euro dall’estero farà aumentare il suo prezzo sul mercato dei cambi.
Di norma, prese due valute, un aumento del tasso di interesse di una valuta rispetto a quello dell’altra è collegato al suo aumento del tasso di cambio. Questa correlazione è tuttavia più difficile da osservare da un grafico, come quello degli scambi euro dollaro in quanto, sul mercato dei cambi agiscono numerosi fattori contemporaneamente oltre ai semplici tassi di interesse.
Bce e aumento tassi: quando il prossimo rialzo?
Abbiamo compreso che i tassi di interesse stabiliti dalla BCE hanno un’importanza enorme. I loro effetti si propagano a tutta l’economia e conoscere in anticipo le mosse del Board di Francoforte può fruttare ottimi investimenti o buoni risparmi.
Storicamente, la comunicazione dei Governatori della Banca Centrale Europea è stata all’insegna della sobrietà, tanto da rendere complesso anticiparne le mosse. Nondimeno, è interesse della BCE non spaventare i mercati e gestire l’anticipo con cui questi si adattano alle prossime mosse. Varie conferenze, comunicati stampa e altre forme di comunicazione sono utilizzate per far trapelare le indicazioni sulle decisioni successive.
Dopo il recente aumento di settembre 2023, la BCE ha rilasciato un comunicato sulle sue stime dell’inflazione nei prossimi anni, per la quale ha stimato una convergenza più rapida verso il target del 2 percento. In linea di massima, questo potrebbe far pensare che si sia arrivati verso la fine della sequenza dei rialzi dei tassi di interesse: nel comunicato si è accennato all’ipotesi che quello concluso a settembre 2023 fosse l’ultimo rialzo.
In sintesi: non c’è realisticamente modo per essere certi che non ci saranno ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Questo anche perché, per il meccanismo dei tassi di cambio e della libera circolazione dei capitali, la scelta di aumentare il tasso di interesse della BCE dipende anche dalle mosse delle altre Banche Centrali, come la Federal Reserve Americana o la Banca Centrale Cinese (PBOC), che a loro volta dipendono dall’andamento di quelle economie.
Tassi Bce: storico e previsioni
Negli ultimi anni, lo scenario macroeconomico ha presentato tassi di interesse molto bassi, con il tasso BCE pari a zero dall’Aprile del 2016 e l’Euribor in territorio negativo dal 2015. Questo aveva limitato molto la diffusione dei mutui indicizzati al tasso variabile BCE. Dal 2011 al 2021, dopo la crisi del debito nell’eurozona e dopo il covid, l’economia dell’eurozona ha beneficiato di tassi prossimi allo zero; tassi Bce pari a zero che hanno contribuito a far crescere l’economia.
Fare previsioni sull’andamento dei tassi di interesse è un esercizio estremamente complicato o incredibilmente facile: tutto dipende dal livello di affidabilità che si vuole e il tempo che si è disposti ad attendere. Invece di formulare cifre improbabili si può fare questo altro esercizio: considerare che, un ulteriore aumento dei tassi di interesse potrebbe portare l’economia dell’eurozona in una recessione se famiglie e imprese decidessero di non fare acquisti o investimenti.
Questa, se più seria del previsto, imporrebbe un netto cambio di rotta alla BCE, con una serie di riduzioni progressive, come nel 2009 o nel 2013. Anche una permanenza a questi livelli, i più alti dall’arrivo dell’euro, potrebbero alla lunga contribuire alla fragilità del sistema economico.
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