Cosa fare se il mutuo costa troppo?
Se la rata è troppo alta e non riesci più a sostenere il debito, non esitare: ecco due soluzioni per il rincaro dei mutui
Pandemia, guerra, inflazione. Sembra l’incipit di qualche epopea e invece, purtroppo, è la nostra quotidianità. Sebbene il teatro degli scenari citati non siano esattamente sotto i nostri occhi, le influenze di quanto sta accadendo attorno a noi arrivano, e si fanno sentire. Molte delle persone che si sono affrettate a sfruttare le agevolazioni per l’acquisto delle case si sono ritrovati di colpo con mutui salatissimi. Stando ai dati, alcuni crediti hanno raggiunto il 9 percentile come nel 2014. Ecco che forum e chat si riempiono di domande ai limiti della disperazione: come faccio a pagare il mutuo? Ma è normale che la rata costi così tanto? Che posso fare per abbassare il mutuo? Se questa è la situazione, non perdete altro tempo e procedete con questi due strumenti.
Sospensione mutui per stoppare i pagamenti
Il Fondo di sospensione mutui per l’acquisto della prima casa consente di sospendere il pagamento delle rate per un periodo di massimo 18 mesi, qualora si verificassero temporanee difficoltà come: invalidità, morte, perdita o sospensione del lavoro, riduzione dell’orario di lavoro, calo del fatturato superiore al 33% su base trimestrale per i lavoratori autonomi.
Tra i requisiti per accedere alla sospensione troviamo: importo massimo del mutuo di 400mila euro, per cui il Fondo sostiene fino al 50% degli interessi che maturano nel periodo della sospensione ed è confermato lo stop al pagamento delle rate anche per i mutui già ammessi ai benefici del Fondo per i quali sia ripreso, per almeno tre mesi, il regolare ammortamento delle rate. Per ottenere la sospensione non occorre presentare l’ISEE. È sufficiente depositare il modulo alla banca che ha concesso il mutuo la domanda, con la documentazione necessaria.
Leggi qui come fare: Modulo sospensione rata mutuo.
Rinegoziazione mutui per abbassare la rata
Il secondo strumento potrebbe essere la svolta per questo periodo: la rinegoziazione. Per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, infatti, i tassi di interesse fissati dalla BCE sono aumentati, facendo rialzare e non di poco la rata mensile di molti mutuatari. Ciò che spesso non si sa, è che è sempre possibile chiedere alla banca di trasformare il tasso variabile in tasso fisso, e la banca oggi è obbligata ad accettare la domanda (comma 322 della Legge n.197/2022).
Possono beneficiare di questa agevolazione solo i mutuatari con reddito ISEE non superiore a 35mila euro, in regola con il pagamento delle rate, che per l’acquisto o la ristrutturazione della propria abitazione, hanno acceso mutui ipotecari con stipula o accollo prima dell’01.01.2023; con importo originario non superiore a 200mila euro e con tasso variabile per tutta la durata del contratto.
Leggi: Decreto mutui da variabile a fisso 2023: ecco come rinegoziare
Il decreto sul passaggio dal fisso a variabile diciamo che si è reso necessario dalle gravi circostanze. Infatti, da febbraio è in arrivo un nuovo rialzo dei tassi di mercato almeno di un altro 0,5% – ma potrebbe essere di più – da parte della Bce. Dall’attuale 2,5% il tasso dovrebbe salire almeno al 3%. Una decisione che farà crescere ancora un’altra volta le spese per chi ha sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile e per chi sta per stipulare un mutuo a tasso fisso. Sul mercato ci sono ancora offerte di mutuo a tassi interessanti, ma, spiegano gli esperti, conviene muoversi prima del nuovo rialzo e richiedere subito un preventivo di mutuo.
La banca non fa passare da variabile a fisso: che fare?
Se, come a molti che ci hanno contattato, è capitato di sentirsi dire dal consulente bancario che ancora “non è arrivata nessuna comunicazione in merito al passaggio del mutuo da variabile a fisso” o che “non è possibile”, è un grosso errore. A parte il fatto che quella della rinegoziazione del mutui da variabile a fisso è una norma approvata, le banche sono obbligate a rinegoziare. Infatti, la risposta che dovrebbe fornire la banca alla richiesta di negoziazione di un mutuo variabile è pressoché la seguente:
“In ottemperanza a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2023, la trasformazione del tasso del mutuo da variabile a fisso è possibile in presenza delle seguenti condizioni:
- mutuo a tasso variabile puro (sono esclusi i mutui a tasso variabile con cap, mutui a tasso variabile con opzione e mutui a tasso variabile rinegoziabile);
- mutuo erogato con finalità di acquisto, ristrutturazione e surroga
- mutuo con importo originario non superiore a 200.000 euro;
- al momento della richiesta i richiedenti devono avere un ISEE non superiore a 35.000 euro;
- al momento della richiesta il finanziamento non deve presentare rate insolute.
In attesa di definire le procedure di attivazione, la invitiamo a verificare la presenza dei requisiti sopraindicati e a ricontattare prossimamente il nostro servizio clienti per ulteriori aggiornamenti”.
Come ribadisce il presidente del Codacons: “Si tratta di un agevolazione molto importante per le famiglie, le quali sono in ginocchio a causa dell’inflazione e dell’aumento vertiginoso dei prezzi. Ricordiamo che, trattandosi di un obbligo, la banche non possono nascondersi dietro banali scuse per non concedere la rinegoziazione”
Qualora ciò accadesse, ricorda il presidente, di contattare il Codacons per assistenza.
E se la banca dice di non saperne nulla?
Se la banca non rinegozia, surroga
Qualora la banca nona accettasse la rinegoziazione allora non resta che procedere con la surroga, ovvero la migrazione del mutuo verso una nuova banca. Si tratta di un’operazione gratuita, ma che bisogna compiere con molta furbizia: bisogna scovare nel mercato l’offerta migliore. E il modo più veloce e veritiero per farlo è quello di scrollare il comparatore gratuito e scaricare preventivi dei migliori mutui di oggi.
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